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Ordinamento giudiziario e astensione penalisti
Redazione 23 giugno 2006 10:25
Il comunicato dell'Associazione Nazionale emesso il 23.06.2006

Uno dei peggiori lasciti della maggioranza di centrodestra è stata la legge di riforma dell'ordinamento giudiziario.

E' per questo che il centrosinistra nel suo programma si è impegnato a "rimuovere tutti gli aspetti del nuovo ordinamento in stridente contrasto con i principi costituzionali e, ove necessario, intervenire con provvedimenti di sospensione dell'efficacia di quelle norme di legge delega (o dei decreti attuativi) che potrebbero ledere - costituendo diritti acquisiti non più contrastabili - il principio di unità, uguaglianza e parità di trattamento o rendere impossibile successivamente un nuovo e diverso riordino della magistratura" e noi condividiamo questo impegno.

Nel programma del centrosinistra sono compiutamente indicati anche i criteri che devono improntare complessivamente la nuova normativa che dovrà regolare l'ordinamento giudiziario.

Si impone oggi l'attuazione di quel programma a partire dalla sospensione dell'efficacia dei decreti attuativi, tra i quali quello sull'organizzazione gerarchica delle Procure.

Solo attraverso questa strada sarà possibile in tempi brevi giungere ad un nuovo sistema normativo ispirato ai principi costituzionali dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura e non diretto, come l'attuale, a costruire giudici burocrati, inquadrati gerarchicamente e sottoposti al perenne ricatto di procedimenti disciplinari.

Solo attraverso questa strada sarà possibile immediatamente contrastare ogni forma di gerarchizzazione e realizzare un'efficace separazione di funzioni fra magistratura giudicante e magistratura inquirente, sulla quale, peraltro, concorda la parte più dialogante della magistratura.

Per queste ragioni,oltre che per la consueta critica all'uso di uno strumento delicato come l'astensione dalle udienze, riteniamo sbagliata e pericolosa la scelta effettuata dall'Unione delle Camere Penali di indire una giornata di astensione per il giorno 27/6/06, per opporsi alla presentazione del disegno di legge per sospendere l'entrata in vigore dei decreti delegati attuativi della riforma dell'ordinamento giudiziario, e ciò sia perché con essa si critica la scelta di una strada che, demandando al Parlamento ogni decisione, appare invece costituzionalmente corretta, sia perché si ritorna ad individuare nella separazione delle carriere, in maniera ossessiva, la panacea di ogni male, sia infine, perché si lasciano intravedere scenari di contrapposizione ancora più drastica nel prossimo futuro nei confronti dell'operato del Governo, contrapposizione che, certo, non aiuterebbe ad affrontare ed a risolvere i gravi problemi del sistema giustizia.

Sappiamo che da un lato interessi corporativi di parte della magistratura e dall'altro rigidità ideologiche di parte dell'avvocatura, che subordina solo ed unicamente alla realizzazione della separazione delle carriere (ritenuta obbligata, a sensi di una non condivisibile interpretazione del termine "terzietà" presente nell'art. 111 Cost.) tra giudicanti e inquirenti il suo agire, cercheranno di frenare la realizzazione di un nuovo ordinamento giudiziario che abbia come obiettivo il diritto del cittadino ad un giudice autonomo, indipendente, imparziale, terzo nel processo, professionalmente capace ed efficiente. Chiediamo però che la ricchezza del dibattito politico e dell'elaborazione a cui il centrosinistra è giunto nel momento in cui ha steso il suo programma sulle misure da adottare per ricostruire "una magistratura indipendente, garanzia per i cittadini" non siano messe nel dimenticatoio e trovino una rapida attuazione.

23 giugno 2006

Associazione Nazionale Giuristi Democratici