MANAGE
CERCA
Altro in Comunicati
I Giuristi Democratici esprimono solidarietà alla protesta condotta da Marco Pannella contro le incivili condizioni di vita in carcere
I Giuristi Democratici salutano con soddisfazione la celebrazione dei processi Eternit e Thyssen Krupp
I Giuristi Democratici sostengono il dissenso non violento dei cittadini e delle amministrazioni locali contro la TAV in Val di Susa
Due Sì ai referendum per l'acqua bene comune
I Giuristi democratici esprimono dolore per l'assassinio di Vittorio Arrigoni
L'Associazione Giuristi Democratici esprime soddisfazione per l'esito del processo ThyssenKrupp
I Giuristi democratici aderiscono alla manifestazione nazionale di sabato 26 marzo a Roma
I Giuristi democratici condannano la repressione delle manifestazioni democratiche di massa in Libia e chiedono che cessi ogni assistenza e cooperazione militare italiana al regime di Gheddafi
Dalle recenti vicende relative al Presidente del Consiglio deriva un pericoloso deterioramento del nostro Stato di diritto
Tunisia: è necessario sostenere il processo democratico
I Giuristi Democratici aderiscono all'appello "Uniti ce la possiamo fare", lanciato dalla Fiom CGIL in vista dello sciopero generale proclamato per il 28 gennaio.
I Giuristi Democratici esprimono rispetto e solidarietà con gli operai FIAT di Mirafiori
Sull'ammissibilità del referendum per l'acqua pubblica: è necessario assicurare il diritto dei cittadini ad esprimersi sulla gestione dell'acqua
Manifestazioni degli studenti: garantire la libera espressione del pensiero contro la deriva autoritaria del governo
I Giuristi Democratici ricordano con affetto Aldo Natoli
 24 pagine  (358 risultati)
Pacchetto sicurezza: un forte no
Redazione 20 novembre 2007 21:30
Le critiche dei Gd al cosiddetto pacchetto sicurezza proposto dal governo.

Pacchetto sicurezza: un forte no.

In Italia problemi reali o immaginari di sicurezza e ordine pubblico diventano, quale sia il governo, sinonimi di interventi legislativi urgenti, di leggi d’emergenza. Non si è sottratto a questa regola il governo Prodi che ha presentato, in larga contraddizione con il suo programma, una serie di disegni di legge denominata “pacchetto sicurezza”.

La forte critica e contrapposizione ai primi testi proposti nel Consiglio dei Ministri ha contribuito a eliminare dai disegni di legge le norme che più evidentemente contrastavano con la Costituzione e a ridisegnare, almeno parzialmente, priorità e obiettivi.

Nonostante ciò, sia i disegni di legge, sia il decreto legge sulle espulsioni dei cittadini comunitari rimangono connotati da elementi preoccupanti, che spingono a una forte iniziativa per imporre al governo e alla maggioranza parlamentare il ritorno al programma che fu definito dal centrosinistra prima delle elezioni..

I cittadini comunitari rumeni hanno preso il triste posto che alcuni anni fa spettava ai cittadini extracomunitari albanesi e a loro il governo ha dedicato un decreto legge, in teoria destinato ad applicarsi a tutti i cittadini comunitari, che si contraddistingue per l’estrema discrezionalità concessa al Ministro o al Prefetto nel motivare i provvedimenti di allontanamento e per l’estendere anche al cittadino comunitario norme e procedure penali che si sono già rivelate assolutamente inefficaci, dispendiose e vessatorie in questi anni di applicazione della legge Bossi Fini.

Il disegno di legge sui reati di grave allarme sociale e certezza della pena allunga a dismisura i termini di prescrizione del reato (favorendo così l’allungamento dei tempi del processo), pur eliminando la vessatoria disciplina prevista per i recidivi e introdotta con la legge ex Cirielli, aumenta le pene nei casi di omicidio colposo portandole a misure eccessive, rende la carcerazione preventiva quasi automatica per una serie di delitti, amplia i casi di giudizio immediato ed elimina il cosiddetto patteggiamento in appello, con la conseguenza di aumentare i casi in cui l’imputato non si avvarrà dei riti alternativi e di aumentare il numero dei ricorsi per cassazione.

Il disegno di legge contro l’illegalità diffusa crea, come non bastassero quelle attuali, nuove figure di reato, ancora una volta assegnando al diritto penale la soluzione repressiva a problemi che in altri ambiti possono trovare migliore e più efficace soluzione e contrasto, e apre la porta a pericolose iniziative dei sindaci, già ora protagonisti di improvvide ordinanze emanate a soli fini di consenso politico.

Sono questi i motivi che ci inducono a richiedere un forte impegno dei giuristi e dei cittadini al fine di far non far approvare dal Parlamento queste norme e a condividere le iniziative di chi persegue questo stesso scopo anche con iniziative forti, come l’astensione dalla udienza, stante il rilievo costituzionale e di tutela della dignità umana delle critiche mosse alle iniziative governative.

Torino, 20 novembre 2007
Associazione Nazionale Giuristi Democratici