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Non se ne può più! - comunicato sul cosiddetto "decreto sicurezza"
Redazione 25 settembre 2018 21:21
Comunicato sul cosiddetto "decreto sicurezza"

Come cittadine e cittadini e come Giuristi Democratici, strenui difensori della Costituzione e dei diritti umani, assistiamo attoniti al progressivo abbattimento di principi che avevano costituito il solido scheletro su cui si era retta, anche se con lacune ed errori, la nostra Repubblica.

Ora, giorno dopo giorno, ci vengono fornite norme che, nei diversi settori di intervento, negano principi da sempre condivisi da ogni sincero democratico: solidarietà, uguaglianza, rifiuto di ogni discriminazione, tutela dei diritti umani, protezione per i soggetti più deboli, rispetto dei principi costituzionali, ripartizione dei poteri.

L'ultimo esempio ci è dato dal c.d. "Decreto Sicurezza" che si propone di imporre, attraverso lo strumento infondato e illegittimo della decretazione d'urgenza, una serie di misure destinate a trasformare la natura del nostro Stato e che presentano profili evidenti di incostituzionalità. Il decreto prevede norme in materia di permessi di soggiorno, protezione internazionale, minaccia del terrorismo, efficienza dell'Agenzia Nazionale per i beni sequestrati alla mafia, misure tutte ritenute assistite dalla straordinaria necessità e urgenza dell'intervento, aggiungendo poi a esse una serie di misure sulla riorganizzazione del Ministero dell'Interno e sulla sperimentazione di armi a impulsi elettrici, l'estensione del "daspo" e delle misure di prevenzione nonché un raddoppio delle pene per le occupazioni abusive e la ripenalizzazione del reato di blocco ferroviario e stradale, senza minimamente chiarire come e perché dette misure possano rientrare nella decretazione d'urgenza.

Ci permettiamo di segnalare alla cittadinanza i punti qualificanti (rectius: squalificanti) del decreto:

1) sostanziale abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari;

2) raddoppio della durata massima del trattenimento del migrante nei centri di permanenza, che può essere trattenuto fino a 30 giorni (!!!) per soli fini di identificazione;

3) sospensione della procedura di asilo e immediato rimpatrio del richiedente che abbia subito una condanna di primo grado;

4) esclusione della liquidazione del compenso al difensore in caso di reiezione della richiesta di rifugio;

5) revoca cittadinanza (ottenuta in virtù dello ius soli) al già straniero che abbia compiuto un reato tra quelli previsti dall'articolo 407 del codice di procedura penale;

6) revoca della validità del permesso di soggiorno (comunque documento identificativo) ai fini dell'iscrizione all'anagrafe (!!!);

7) introduzione sperimentale delle pistole taser a impulsi elettrici da parte della Polizia municipale, che avrà altresì accesso alla banca dati Ced del Ministero dell'interno;

8) raddoppio delle pene per occupazione abusiva;

9) ripenalizzazione del blocco ferroviario e stradale con pene che, nella normale ipotesi di concorso di persone nel reato, vanno da 2 a 12 anni.

Da questa sommaria elencazione emerge un quadro preoccupante che rischia tra l'altro, quanto ai richiedenti asilo, di ottenere il risultato opposto a quello voluto, poiché finisce per raddoppiare il numero dei rifiuti delle richieste di asilo senza che sia possibile aumentare i rimpatri, almeno nella stessa misura.

Il raddoppio, poi, della detenzione amministrativa nei Centri crea un sistema carcerario alternativo non previsto dall'ordinamento e nel quale non sarà possibile garantire e monitorare il rispetto dei diritti umani.

Insomma, si tratta di un coacervo di norme a volte slegate tra loro, prive, all'evidenza, dei caratteri della necessità e urgenza e della omogeneità del loro contenuto, quindi senza i requisiti di legittimità dell'esercizio del potere legislativo da parte del potere esecutivo, ma tutte caratterizzate dalla volontà di mostrare il volto duro, il pugno di ferro dello Stato nei confronti del diverso, dello straniero, dell'antagonista, in un'assurda difesa di un cittadino italiano chiuso nel suo individualismo, a protezione unicamente del suo particolare ed insensibile al grido di dolore che proviene da chi cerca di sfuggire a guerre, repressioni o dalla fame.

Non possiamo lasciare passare in silenzio questi concetti. Ci appelliamo, in primo luogo, al Presidente della Repubblica e al Parlamento perché blocchino questo tentativo di sviamento dai principi democratici e invitiamo cittadine e cittadini, associazioni e partiti alla massima vigilanza.

25 settembre 2018

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI