MANAGE
CERCA
Altro in Comunicati
I Giuristi Democratici esprimono solidarietĂ  alla protesta condotta da Marco Pannella contro le incivili condizioni di vita in carcere
I Giuristi Democratici salutano con soddisfazione la celebrazione dei processi Eternit e Thyssen Krupp
I Giuristi Democratici sostengono il dissenso non violento dei cittadini e delle amministrazioni locali contro la TAV in Val di Susa
Due Sì ai referendum per l'acqua bene comune
I Giuristi democratici esprimono dolore per l'assassinio di Vittorio Arrigoni
L'Associazione Giuristi Democratici esprime soddisfazione per l'esito del processo ThyssenKrupp
I Giuristi democratici aderiscono alla manifestazione nazionale di sabato 26 marzo a Roma
I Giuristi democratici condannano la repressione delle manifestazioni democratiche di massa in Libia e chiedono che cessi ogni assistenza e cooperazione militare italiana al regime di Gheddafi
Dalle recenti vicende relative al Presidente del Consiglio deriva un pericoloso deterioramento del nostro Stato di diritto
Tunisia: è necessario sostenere il processo democratico
I Giuristi Democratici aderiscono all'appello "Uniti ce la possiamo fare", lanciato dalla Fiom CGIL in vista dello sciopero generale proclamato per il 28 gennaio.
I Giuristi Democratici esprimono rispetto e solidarietĂ  con gli operai FIAT di Mirafiori
Sull'ammissibilità del referendum per l'acqua pubblica: è necessario assicurare il diritto dei cittadini ad esprimersi sulla gestione dell'acqua
Manifestazioni degli studenti: garantire la libera espressione del pensiero contro la deriva autoritaria del governo
I Giuristi Democratici ricordano con affetto Aldo Natoli
 24 pagine  (358 risultati)
Sul divieto di ingresso nel territorio nazionale delle navi umanitarie
Redazione 2 settembre 2019 17:25
Comunicato stampa

I provvedimenti del Ministro dell’Interno di concerto con i Ministri della Difesa e delle Infrastrutture e Trasporti che vietano l’ingresso, il transito e la sosta delle navi umanitarie come nel caso di Open Arms, Mare Jonio, Eleonore sono non solo viziati da illegittimità amministrative, ma costituiscono un manifesto ideologico e rappresentano una gravissima lesione dei principi giuridici e delle garanzie costituzionali di cui godono cittadini e stranieri nelle loro libertà personali. In questi casi si sono verificate —e si verificano ancora per le persone salvate in mare— condizioni di sovraffollamento, promiscuità, limitate possibilità di movimento, esposizione costante al sole ed alle temperature estive o alle intemperie, peggioramento delle condizioni di salute, stress psicologico, con il terrore di essere nuovamente ricondotti in Libia contro la propria volontà. Si dispone per costoro il divieto di ingresso nel territorio nazionale con motivazioni, di cui agli stessi provvedimenti («a) considerato che ove la nave (…) indirizzasse in maniera arbitraria la navigazione verso l’Italia, dalle circostanze dell’intervento e dal complessivo modus operandi della stessa, in tutto simile a quello tenuto in precedenti analoghe occasioni, potrebbe desumersi l’intenzione di porre in essere un’attività volta al preordinato e sistematico trasferimento illegale di migranti in Italia; b) ritenuto che tale attività, integrando la fattispecie dello "scarico… di persone…in violazione delle leggi...di immigrazione vigenti nello stato costiero" configurerebbe, se posta in essere, un’ipotesi di passaggio non inoffensivo ai sensi dell’art. 19, comma 1, lettera g) della Unclos; c) considerato, altresì, che la medesima attività potrebbe determinare rischi di ingresso sul territorio nazionale di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, in quanto le persone tratte a bordo (…) sono verosimilmente cittadini stranieri privi di documenti di identità e la cui nazionalità è presunta sulla base delle rispettive dichiarazioni»), inaccettabili per il nostro sistema ordinamentale.

Tali motivazioni, fondate su espressioni quali "potrebbe", "verosimilmente", "configurerebbe", risultano generiche e rivelatrici di pregiudizi e artate supposizioni, frutto di un intervento governativo svincolato da alcuna prova di concreti pericoli per l'incolumità e l'ordine pubblico e quindi espressione di una totale discrezionalità che sconfina nell’arbitrio, finendo per azzerare tutto il sistema di garanzie costruito in questi anni.

Il comportamento del Governo viola, in ogni caso, le norme internazionali di assistenza e soccorso in mare, condiziona in maniera politicamente orientata l’applicazione della legge e soprattutto mette a rischio vite umane in spregio alle norme umanitarie e di solidarietà, obbligando uomini e donne fuggiti da violenze e torture a un forzato rientro in Paesi notoriamente insicuri, quali la Libia.

Si impongono perciò nell’immediato la revoca dei Provvedimenti ministeriali e un impegno concreto del costituendo nuovo governo ad abrogare i c.d. decreti sicurezza. Ciò, in un quadro nel quale andrà riscritta la normativa su migranti, naufraghi e richiedenti asilo in termini di accoglienza, nel rispetto della normativa internazionale, fuori da un contesto di pura propaganda politica e con il massimo impegno di tutta la comunità europea.

 

2 settembre 2019

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI