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Caso Gregoretti: il "dovere" di violare i diritti umani?
Redazione 5 febbraio 2020 18:35
Comunicato stampa

Il tentativo del Senatore Salvini di sviare il tema della nuova richiesta di incriminazione per sequestro di persona e altri reati, che si aggiunge a quella già all'attenzione del Parlamento, verso quello di una confusa distinzione tra diritto e dovere del Ministro, è alquanto patetico e fuorviante. Ciò che deve essere valutato non è solo se il comportamento di Salvini costituisca di per sé "atto politico", ma se possa comunque essere considerato "atto politico" una condotta che violi i diritti umani, la libertà e la vita delle persone. Anche a voler ammettere per un attimo, e lo si contesta recisamente, che Salvini abbia impedito gli sbarchi per motivi di sicurezza nazionale, sostenere una simile tesi porterebbe a conseguenze che fanno inorridire, perché autorizzerebbe, ad esempio, l'uso della tortura per ottenere da un detenuto notizie su presunti, eventuali futuri attentati alle persone ed alla sicurezza dello Stato. Lo Stato democratico si deve difendere con gli strumenti legali, proprio per segnalare la sua superiorità rispetto a chi delinque ed in difesa dello stato di diritto; ma nel caso in esame le persone a bordo delle navi interessate non stavano, in ogni caso, commettendo alcun reato; anzi, si trovavano in situazione di grave difficoltà. In situazioni del genere il diritto, sia interno che internazionale, impone l'obbligo di salvataggio. Auspichiamo, dunque, che il Parlamento consenta ad un Tribunale di valutare se la condotta dell'ex ministro dell'interno costituisca atto politico e, tema ancora più rilevante, se l'atto politico sia svincolato dal rispetto dei diritti umani.

 

5 febbraio 2020

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI