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A tutela del diritto di manifestazione del pensiero, si accertino subito le responsabilità dei fatti del 23 febbraio
Redazione 26 febbraio 2024 16:20
Il rispetto delle libertà costituzionali esige un accertamento rapido delle responsabilità della pessima gestione delle piazze di Pisa e Firenze.

L'aggressione rivolta il 23 febbraio contro giovani manifestanti a Pisa e Firenze, testimoniata da molti filmati e da dichiarazioni delle ragazze e dei ragazzi e dei loro genitori e insegnanti, è stata criticata con toni allarmati e duri da più parti, ma anche difesa con intenti mistificatori e reazionari dal governo Meloni. Eppure il Presidente della Repubblica ha diramato l'indomani un monito al Ministro dell'Interno ricordandogli che "l'autorevolezza delle Forze dell'ordine non si misura sui manganelli ... Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento".

Va perciò respinto ogni tentativo di evocare inesistenti pericoli per la sicurezza e gli "anni di piombo" per giustificare la repressione violenta e difesa ogni pacifica manifestazione del pensiero. In più, i ragazzi picchiati e inseguiti da chi avrebbe dovuto difenderli chiedevano il cessate il fuoco in Ucraina e Palestina e trattative per la pace; e mentre il governo Meloni ogni giorno loda il governo israeliano che sta sterminando la popolazione civile di Gaza con modalità che la Corte internazionale di giustizia qualifica come possibile genocidio, la stessa presidente del Consiglio stringe patti mortali con Zelensky per la guerra perpetua.

Ci prepariamo a denunciare ogni violazione dei nostri diritti di libertà e i valori non negoziabili della democrazia, garantiti dagli articoli 13, 17 e 21 della Costituzione; a rivendicare in ogni sede il diritto di esprimere qualunque opinione, anche di dissentire dai sordidi proclami militaristi del governo che inneggiano alla guerra preventiva e senza fine, all'alleanza con i peggiori regimi del globo.

Rivendichiamo il diritto di ciascuno di manifestare pacificamente e respingiamo il tentativo di trasformare il conflitto di idee ed il conflitto sociale che ne sono alla base in questione di ordine pubblico da risolvere, per mano di un poliziotto più o meno convinto del comando ricevuto, con la repressione e l'intimidazione.

Chiediamo che le violenze di venerdì scorso trovino le giuste sanzioni attraverso i percorsi dell'azione penale obbligatoria, o delle denunce dei ragazzi offesi e dei loro genitori, dei processi che si celebreranno secondo le garanzie e gli strumenti di difesa dei diritti che ancora crediamo —e chiediamo— che vigano nel nostro Paese.

Invitiamo tutta l'avvocatura, la magistratura e le istituzioni del Paese a non deflettere dal rispetto delle libertà costituzionali e della gerarchia delle fonti del nostro agire ed operare come giuriste e giuristi, e cittadine e cittadini.

 

26 febbraio 2024

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI