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Lettera di Selçuk Kozagaçli, avvocato turco e detenuto, in occasione della Giornata internazionale dell'avvocata/o in pericolo
Redazione 24 gennaio 2019 13:47
Pubblichiamo la lettera che Selçuk Kozagaçli, avvocato turco detenuto nella prigione di alta sicurezza di Silivri, Istanbul, ha inteso indirizzare alle Colleghe ed ai Colleghi di tutto il mondo che oggi manifesteranno a sostegno della causa delle avvocate e degli avvocati turchi minacciati in occasione della Giornata internazionale dell'avvocata/o in pericolo

  Care/i colleghe/i, care amiche ed amici,
purtroppo la Turchia continua a costituire l'argomento più importante ed urgente della giornata speciale dedicata agli avvocati in pericolo. Da sempre in Turchia la tradizione della democrazia parlamentare è debole, le garanzie costituzionali superficiali e il potere giudiziario sotto l'influenza di quello politico. 
Ora però ci troviamo in una situazione di gran lunga peggiore. Ben consapevole dei cattivi ricordi e delle preoccupazioni che il concetto può evocare, specie nei colleghi europei, mi sento obbligato ad usarlo: oggi il fascismo regna in Turchia.
Per quanto riguarda in particolare le procedure penali, non disponiamo più di una struttura istituzionale che si possa definire giudiziaria nel senso classico del termine. Il sistema giudiziario penale è stato completamente assegnato agli usi pratici del potere politico. Non di rado assistiamo praticamente alla sospensione delle convenzioni internazionali sui diritti fondamentali di cui il nostro Paese è Parte contraente, della Costituzione e delle leggi di procedura. In altri termini, il nostro Paese è divenuto l'"anello debole" del sistema giudiziario europeo di cui fa parte. Anello debole in entrambi i significati dell'espressione.

Da un lato, abbiamo perso tutte le nostre garanzie professionali, stiamo subendo la violenza, la nostra libertà e anche la nostra vita sono minacciate.

Ma, dall'altro, stiamo assistendo alle manifestazioni di un potere politico de facto debole privo di presenza istituzionale, tradizioni e legge.

Siamo testimoni della perdita delle conquiste fondamentali del popolo su scala mondiale e non c'è un settore o un Paese che sia immune da questo disastro incombente. Un nuovo ordine mondiale spietato si sta realizzando. Tale catena, tuttavia, deve essere spezzata a partire dall'anello più debole.
Grazie infinite per la solidarietà. Abbiate fiducia in noi su di un punto: non ci arrenderemo mai. Non smetteremo mai di lottare come avvocati dei poveri e di coloro che reclamano i loro diritti. Noi abbiamo fiducia in voi e sappiamo che non ci abbandonerete alla forza rovinosa del fascismo.
Se riusciremo a mantenere una forte rete di lotta comune la nostra professione di avvocati potrà continuare a portare speranza e salvezza alle persone oggi soggette a violenza e coercizione aperta.

Spero che questa sia l'ultimo 24 gennaio dedicato a noi. Sentiti omaggi e affetto per tutta la rete di solidarietà.

Selçuk Kozagaçli, avvocato, prigione di alta sicurezza Silivri, Istanbul, Turchia