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Assemblea nazionale - giugno 2002
Redazione 23 giugno 2002 20:23
Presentazione e organizzazione dell'assemblea nazionale dei Giuristi democratici Roma, 22 e 23 giugno 2002
Nell'allegato il documento di analisi per la discussione.

Torino- Bologna , 22 maggio 2002

Il Coordinamento Nazionale Giuristi Democratici ha deciso di tenere un'assemblea generale di tutti i simpatizzanti, onde tentare quel salto qualitativo e quantitativo che il momento politico richiede.

Nei due anni trascorsi dalla rinascita sulle ceneri dell'omonima Associazione, i Giuristi Democratici hanno fatto molta strada; siamo cresciuti, di numero e in elaborazione culturale; abbiamo organizzato convegni, abbiamo partecipato a quella sorta di tutela preventiva dei diritti, nel corso della manifestazione di Genova; abbiamo, soprattutto, acquisito visibilità e consapevolezza dell'enorme potenzialità che ha un'associazione come questa.

Il Coordinamento Nazionale Giuristi Democratici ha tentato allora, un lavoro di sintesi di quanto sino ad oggi emerso dai convegni, dai dibattiti, anche via e-mail, dai documenti elaborati ed ha steso un documento programmatico, che Vi alleghiamo, allo scopo di contribuire ad un serio dibattito, nel corso della futura assemblea che parta, però, da dati già acquisiti.

Il momento politico, come è a tutti evidente, è grave e come diceva qualcuno in un messaggio telematico sulla nostra mailing list, non ammette indugi: o riusciamo a superare le nostre ataviche tendenze all'individualismo più esasperato, frutto del nostro essere prevalentemente avvocati, e al frazionismo, frutto del nostro essere di sinistra, e riusciamo ad elaborare un progetto complessivo sulla questione giustizia, utile a tutta la sinistra, oppure continueremo a vivacchiare, come molte associazioni culturali.

Proprio perché la situazione è delicata e difficile occorre da parte di tutti coloro che si sono avvicinati ai Giuristi Democratici in questo periodo, magari anche con posizioni critiche, l'assunzione della decisione di partecipare, o meno, ad un ambizioso progetto politico-culturale; se la decisione è positiva, occorrerà non solo partecipare all'assemblea nazionale per contribuire, con un sereno e approfondito dibattito, all'approvazione delle linee-guida dell'Associazione, ma anche compiere opera di proselitismo in mezzo ai tanti operatori del diritto, avvocati, magistrati, docenti universitari, studenti di giurisprudenza che siano, che assistono oggi sconfortati al progressivo declinare del nostro stato di diritto e del suo impianto costituzionale.

L'idea di fondo è che possano, così, essere create tante Sezioni di Giuristi Democratici che si affianchino a quelle oggi esistenti a Torino, Bologna, Napoli, Genova, Ancona, Padova, Viterbo e Roma.

L'assemblea generale, che si terrà nei giorni 22 e 23 giugno 2002, a Roma, al Rialtoccupato, Via S. Ambrogio n. 4, si articolerà nel seguente modo:

sabato 22/6 ore 10,30: incontro e presentazione del documento programmatico ai partiti politici di sinistra ed alle associazioni che operano nel settore giustizia.

Sabato 22/6 ore 14,30: dibattito sul documento.

Domenica 23/6 ore 10: presentazione e discussione delle attività future

discussione e decisioni sugli aspetti organizzativi e finanziari.

....

Si segnala altresì che il giorno 21 giugno ad ore 18 sempre al Rialtoccupato si terrà l'incontro preparatorio per le delegazioni dei Giuristi Democratici che si recheranno in Palestina nei prossimi mesi .


Per il Coordinamento Nazionale Giuristi Democratici

Avv. Desi Bruno

Avv. Roberto Lamacchia

Il documento conclusivo
DOCUMENTO ASSEMBLEA NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI
22-23 giugno 2002 - Roma

Il Coordinamento Giuristi Democratici nasce dalla esigenza, largamente avvertita, di mettere insieme e rafforzare esperienze associative esistenti in varie città d'Italia e, al contempo, offrire a singoli e a gruppi non ancora strutturati un concreto punto di riferimento sia organizzativo che di orientamento .
La comune percezione di una carenza, sia analitica che politica, della sinistra sui temi della giustizia e dei diritti, tanto da consentire talvolta alle forze conservatrici legate agli interessi forti e dominanti di assumere questo fondamentale terreno come propria bandiera, in modo strumentale e destabilizzante, ha rafforzato ancor più la convinzione che dovesse partire anche, e forse soprattutto, dagli operatori della materia non omologati una riflessione critica e una iniziativa a tutto campo sui temi fondamentali legati al mondo del diritto e della giustizia. L'intento è di realizzare uno sforzo collettivo, programmaticamente orientato al confronto con le esperienze critiche, organizzate e non, senza pregiudizi o riserve, ma con piena consapevolezza della distinzione di ruoli tra partiti, movimenti, associazioni.
Le riforme del processo penale e del pone processo civile, con la chiara tendenza alla creazione di un doppio binario di tutela giurisdizionale, uno per i ricchi e uno, di non tutela, per i ceti deboli; la degiurisdizionalizzazione della difesa dei diritti, in particolare nel campo del lavoro, sempre più affidata alla mediazione privatistica di soggetti estranei alla giurisdizione; la scarsa attenzione alla tutela dei ceti deboli e la difficoltà ad affermare i nuovi diritti, dall'ambiente alla salute, dal consumo alla informazione; l'uso del processo penale come strumento di controllo sociale nei confronti delle aree di emarginazione e progressivo svuotamento della sua funzione di riequilibrio e di riaffermazione di legalità anche nei confronti dei ceti forti; difesa dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura come garanzia di democrazia e di uguaglianza; difesa intransigente dei diritti umani e dei diritti dei popoli ovunque fossero messi in discussione; su questi temi il Coordinamento Giuristi Democratici ha inteso misurarsi e continuerà a farlo.
L'ambito locale e l'ambito nazionale, in questo sforzo collettivo, vanno intrecciati, ben sapendo che l'azione locale è indispensabile in quanto fa vivere in concreto, e con grande possibilità di ascolto e incidenza, le tematiche del Coordinamento e arricchisce le esperienze da condividere e da mettere in circolazione; l'ambito nazionale è invece necessario perché garantisce l'unitarietà degli indirizzi e del lavoro, consente la messa in opera delle risorse di ciascuna realtà locale e realizza una dimensione generale della ricerca, dell'attività e della diffusione di quanto prodotto e realizzato.
Sulla base di questa duplice necessità, e tenendo conto della consistenza e diffusione attuale delle realtà che danno vita al Coordinamento, l'assemblea nazionale dei Giuristi Democratici, riunita a Roma il 22 e 23 giugno, delibera all'unanimità quanto segue:
Il Coordinamento Giuristi Democratici assume il documento preparatorio dell'assemblea come base comune e comune dichiarazione di intenti di tutte le realtà associative facenti capo al Coordinamento;
Il Coordinamento Giuristi Democratici conserva la struttura di federazione di realtà locali costituite o costituende, ciascuna delle quali, all'interno della comune base programmatica e della comune dichiarazione di intenti, conserva la propria autonomia organizzativa, di lavoro e di attività;
Ciascuna realtà, costituita o costituenda, indica un rappresentate nel Coordinamento Nazionale, al quale è demandata la gestione delle attività nazionali del C.G.D. e che si riunisce con periodicità almeno trimestrale. Si ritiene utile individuare aree tematiche generali in funzione delle quali articolare strutture organizzate che il Coordinamento Nazionale promuove coinvolgendo tutte le associazioni locali (solidarietà internazionale, processo del lavoro, nuovi diritti, processo penale, formazione e avvio alla professione forense, ecc.);
Ciascuna realtà locale si impegna a garantire e a sostenere l'attività del Coordinamento Nazionale, destinando ad esso una quota, decisa in autonomia, delle disponibilità finanziarie raccolte in ambito locale;
Al fine di rendere più funzionale l'attività del Coordinamento Nazionale, e garantire tempestività e continuità nella gestione dell'ambito nazionale, vengono indicati, nell'ambito del Coordinamento Nazionale, quattro portavoce nazionali, tre per grandi aree geografiche (nord, centro e sud ) ed uno per la dimensione internazionale: I portavoce designati sono Roberto Lamacchia, Desi Bruno, Angelo Cutolo e Fabio Marcelli.
Il Coordinamento Giuristi Democratici conserva la adesione all'Associazione Europea Giuristi democratici e all'Associazione Internazionale Giuristi Democratici;
Il C.G.D. si impegna a sviluppare, con iniziative locali e nazionali, le linee programmatiche del documento preparatorio dell'assemblea. In particolare assume la scadenza di Novembre 2002, ossia il Forum Sociale Europeo di Firenze, come momento di significativo sviluppo della riflessione e della iniziativa dei G.D. Ulteriori momenti di iniziativa nazionale saranno sviluppati sui temi della riforma del processo penale, dell'attacco al processo del lavoro, del gratuito patrocinio e la difesa dei meno abbienti, dei nuovi diritti, della formazione e l'accesso alla professione forense, della solidarietà internazionale e dei diritti umani, e delle nuove istituzioni e normative sovranazionali. Per il febbraio del 2003, infine, è previsto un convegno nazionale, di respiro e di ambizione internazionale, sul ruolo dell'ONU. Nell'occasione sarà indetta una nuova assemblea nazionale del C.G.D. che verificherà lo stato delle attività e gli eventuali aggiustamenti organizzativi e di indirizzi che saranno ritenuti necessari.
Roma 22 e 23 giugno 2002

L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL COORDINAMENTO GIURISTI DEMOCRATICI

resoconto assemblea nazionale
La riunione nazionale di Roma dei Giuristi Democratici ha dato un buon risultato, la cui sostanza è contenuta nel documento riassuntivo messo in rete immediatamente dopo la riunione.

In sintesi, si può dire che il risultato è stato positivo perché erano presenti colleghi di Torino, Milano, Genova, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Padova, Roma, Napoli, Caserta e Palermo, mentre molte altre sedi, già operanti, quali Ancona, Trento, Bergamo e Ferrara, o sedi ove sono presenti degli aderenti all'associazione come Asti, Venezia, Brindisi (mi scuso se ne ho dimenticata qualcuna) hanno comunicato che la loro assenza era determinata solo dall'impossibilità contingente.

Da parte di tutti, vi è stata un'adesione al contenuto del documento, sia pure, come è ovvio e giusto, con delle riserve su singoli aspetti; mi piace, in particolare, sottolineare la piena disponibilità data dal collega Vilardo di Roma, circa il confluire della Commissione Diritto e Giustizia della Federazione Romana del PRC nei Giuristi Democratici: si tratta di un segnale di rilevante importanza e che dimostra le potenzialità della nostra associazione.

La presenza del collega Sorrentino di Palermo ci ha consentito di aprire un'analisi anche sui problemi che pone la presenza di un fenomeno come quello mafioso, a livello della tutela dei diritti dei cittadini, imputati o vittime del reato che siano ed in particolare sulle conseguenze che, su questo piano, provoca la presenza di Cosa Nostra come strumento del potere dominante; mentre l'Avv. Ficarra ci ha portato il suo entusiasmo, insieme con una lucida analisi del difficile momento che viviamo.

Per le associazioni che avevamo invitato erano presenti rappresentanti di Antigone e di Attac, oltre al Presidente di M. D. Livio Pepino: anche le associazioni hanno contribuito al dibattito con stimolanti osservazioni.

Dolenti note, invece, sul fronte politico; era, infatti, presente solo Rifondazione Comunista, attraverso il suo Responsabile nazionale del settore Giustizia, Prof. Burgio, il quale ha dichiarato la sua piena disponibilità alla collaborazione, così come da noi richiesto nel documento; nei prossimi giorni si definiranno meglio gli ambiti e gli spazi di lavoro comune.

Gli altri partiti invitati, D.S., Verdi e Comunisti Italiani, nonostante le più ampie assicurazione fornite circa la loro partecipazione, non si sono fatti vedere: ciò, ovviamente, ci costringe a ridimensionare la portata del nostro intervento, perché ci viene a mancare una parte del possibile terminale istituzionale del nostro lavoro.

Ciò che è emerso con grande chiarezza è la mancanza di una cultura della sinistra sul tema giustizia, anche in considerazione del sempre crescente rilievo che il diritto ha come luogo nel quale affermare i diritti dei cittadini: dunque, è su questo terreno, possibilmente unitario, che si deve lavorare, al fine di creare un tessuto comune che consenta anche, eventualmente, di fare scoppiare le contraddizioni che si stanno aprendo all'interno delle singole corporazioni, sia avvocati, che magistrati; scontiamo, e dobbiamo dunque, recuperare un ritardo nell'elaborazione culturale di almeno 10 anni.

E' ovvio che i molteplici piani su cui ci dobbiamo muovere, insieme con il limitato numero di persone che collaborano, rendono estremamente difficoltoso il lavoro.

Per rendere più operativa la struttura, appare essenziale il consolidamento delle singole realtà locali che potranno munirsi di statuto sulla base di quelli già in uso in alcune sedi; la voce della sede dovrà, poi, essere portata al Coordinamento attraverso un rappresentante-coordinatore, onde far coesistere l'esigenza di autonomia delle singole sedi con la necessità di un intervento concordato a livello nazionale sulle problematiche più importanti.

Si è, altresì, deciso di nominare dei portavoce, con l'intento di rendere più snella una struttura che, per il numero dei rappresentanti presenti (uno per ogni realtà locale) non è celere nelle sue decisioni; tra l'altro, se, come tutti auspichiamo, nasceranno nuove sedi di Giuristi Democratici, ad esempio a Palermo o a Matera, realtà con cui i contatti sono stati presi solo recentemente, il numero dei membri del coordinamento tenderà ad aumentare.

Corale è stata, poi, la considerazione che l'Associazione deve essere aperta alla collaborazione con altre forze ed associazioni "in modo da inglobarci nei e con i saperi delle altre associazioni", come ha detto Miraglia e poter affrontare insieme la trasformazione epocale che stiamo vivendo; sul problema, in particolare, del rapporto con l'Unione delle Camere Penali, si è osservato che un conto è quell'associazione, un conto sono le Camere locali, con posizioni anche critiche nei confronti dell'Unione; verso la prima, non c'è, allo stato, possibilità di dialogo, mentre con le seconde, tutto dipende dalla nostra capacità di riuscire a puntualizzare il reale ruolo dell'avvocato penalista, che non è e non deve essere certamente quello di difendere gli interessi di una ristretta cerchia di difensori di imputati eccellenti (o, comunque, molto abbienti); è stato anche osservato come non si debba cadere nella tentazione di individuare il terreno della legalità come alternativa e succedaneo della politica; la legalità astratta può essere (e ben venga) patrimonio di tutti; ma se noi la intendiamo in senso più ampio, come attenzione e tutela in particolare dei meno abbienti, del rispetto della dignità delle persone, del principio di solidarietà, dei diritti derivanti dall'immigrazione, allora forse sarebbe più corretto parlare di "cittadinanza nuova" invece che legalità.

Dunque, battaglia per una legalità qualificata, preceduta ed accompagnata da una rigorosa elaborazione culturale.

Sono, infine, stati individuati alcuni filoni sui quali cominciare l'approfondimento, delegando a singole sedi singoli argomenti, fermo restando, ovviamente, la possibilità per tutti gli associati di intervenire nell' elaborazione prendendo direttamente contatto con le sedi delegate:

1. questioni concernenti il diritto al lavoro: Napoli
2. costituzione europea: Roma
3. riforma processo penale e revisione del penale sostanziale:Bologna-Genova
4. riforma processo esecuzione civile: Torino
5. patrocinio a spese dello Stato e reale diritto di difesa: Bologna
6. formazione (Università, scuola professionale, svolgimento della pratica, proletarizzazione dell'avvocato ecc.) giovani avvocati: Torino
7. nuovi diritti : Modena-Reggio-Palermo-Padova
8. riequilibrio tra domanda di giustizia e risorse statali: Torino.

Infine, si è auspicata la creazione di un sito dei Giuristi Democratici, che superi l'esperienza, per alcuni versi utile, per altri, contraddittoria e dispersiva, della attuale mailing list: l'iniziativa dovrebbe essere coordinata da Robotti e Canestrini, con l'appoggio di qualche tecnico della materia; in prospettiva, poi, aleggia sempre la diffusione di un bollettino periodico, per sopperire a quelle lacune di visibilità che sono state denunciate un po' da tutti: sul punto, si è deciso di soprassedere, in attesa di verificare la fattibilità del progetto di sito, che potrebbe in buona misura superare l'esigenza del bollettino.

Mi sembrato opportuno sintetizzare un po' il dibattito anche per chi non ha potuto presenziarvi, anche per evitare, in futuro di ritornare su argomenti ormai acquisiti come comuni da tutta l'associazione.

Roberto Lamacchia