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I Giuristi Democratici contro le presenze neofasciste al Salone del Libro di Torino
Redazione 5 maggio 2019 19:12
Comunicato di critica della decisione del Comitato editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino di ospitare una casa editrice di libri che propagandano il fascismo

L’Associazione Nazionale Giuristi Democratici esprime la propria solidarietà allo scrittore Christian Raimo, dimessosi dal Comitato editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino dopo aver pubblicato su Facebook un post, poi cancellato, nel quale accusava di fascismo e di razzismo alcuni autori ed editori presenti all’iniziativa.

              In tale post, significativamente intitolato “L’antifascismo è militante, o non è”, Raimo aveva fra l’altro affermato: “Nell’ultimo anno le cose sono cambiate. I neofascisti si stanno organizzando. (...) Matteo Salvini è dichiaratamente organico a quel mondo, e non a caso pubblica la sua intervista con Altaforte”.

             La Altaforte Edizioni, menzionata da Raimo in relazione al libro-intervista “Io sono Matteo Salvini”, pubblica, fra l’altro, il quotidiano online “Primato nazionale” (sedicente “quotidiano sovranista nazionale”) e vanta fra i suoi prodotti editoriali titoli quali “White Guilt, il razzismo contro i bianchi al tempo della società multietnica” e “1919, l’alba della rivoluzione fascista”, nonché testi che si rifanno alla Scuola di Mistica fascista e biografie di squadristi, gerarchi fascisti e legionari franchisti.

               La casa editrice è guidata da Francesco Polacchi, militante dell’associazione neofascista Casapound dal 2004 e già responsabile nazionale di Blocco Studentesco, associazione di estrema destra attiva in ambito scolastico e universitario; fra le sue “imprese” più edificanti si ricordano gli scontri avvenuti nel 2008 a Roma, in piazza Navona, nell’ambito di una manifestazione studentesca indetta contro la riforma Gelmini, in occasione della quale gli esponenti del Blocco Studentesco aggredirono il corteo diretto verso il Senato impugnando cinghie e caschi e brandendo bastoni e mazze foderate con il tricolore. Per tali fatti, Polacchi è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione.

               È indubbio che le associazioni e le formazioni politiche che si rifanno all’ideologia fascista, ne celebrano le gesta e ne riproducono rituali e metodi –a partire dalla repressione non solo verbale del dissenso– abbiano negli ultimi anni acquisito crescente consenso, anche grazie alla maggiore visibilità loro concessa: per opportunismo, pavidità o insipienza degli interlocutori, i loro esponenti sono stati legittimati a intervenire nel dibattito pubblico nonostante l’ostentato ripudio dei principi sanciti dalla Costituzione (XII disposizione transitoria e finale) e la reiterata violazione delle norme che vietano la riorganizzazione del disciolto partito fascista, l’apologia del fascismo e le manifestazioni fasciste (rispettivamente, articoli 1, 4 e 5 della Legge Scelba). Di fatto, in nome di una malintesa –e unidirezionale– interpretazione della libertà di manifestazione del pensiero, è stata accordata a costoro una sostanziale impunità rispetto a condotte penalmente sanzionate dall’ordinamento, e che nulla hanno a che fare con il confronto democratico né con l’esercizio di diritti costituzionalmente garantiti.

               L’Associazione Nazionale Giuristi Democratici non ritiene peraltro condivisibile l’affermazione, contenuta nella nota del Comitato editoriale del Salone Internazionale del Libro sulla vicenda, secondo cui “Materia della magistratura (...) è giudicare se un individuo o un’organizzazione persegua finalità antidemocratiche. È pertanto indiscutibile il diritto per chiunque non sia stato condannato per questi reati di acquistare uno spazio al Salone e di esporvi i propri libri”: il pur auspicabile intervento della magistratura non può rappresentare, difatti, l’unico argine alla diffusione di idee e pratiche che minano la civile convivenza e la tenuta stessa della democrazia, prospettando la reinstaurazione di modelli autoritari e repressivi fondati sulla violenza e sulla sopraffazione. Spetta a chiunque ripudi simili idee e pratiche rifiutare il dialogo con chi se ne renda portatore, e sottrarsi a qualunque forma di confronto con chi si ponga, per propria scelta, fuori dal consesso civile fondato sui valori della democrazia e dell’antifascismo.

               L’Associazione, nel ribadire il proprio impegno per la difesa e l’attuazione dei principi democratici, di uguaglianza e antifascisti della Costituzione, esprime pertanto la propria solidarietà a Christian Raimo e agli ulteriori autori ed editori che, con analoga coerenza, riterranno di declinare la propria partecipazione alla trentaduesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino.

 

5 maggio 2019

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI