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Rispetto dell'indipendenza della magistratura, si fermi ogni invasione politica, ma le nomine siano trasparenti
Redazione 17 giugno 2019 17:19
Una nota dei Giuristi Democratici di Firenze

Sono ormai innegabili i contorni di due distinti e inquietanti casi che hanno interessato la magistratura e la politica italiane: da un lato il tentativo di due deputati PD, Luca Lotti e Cosimo Ferri, di indurre il CSM a nominare ai vertici di alcune Procure magistrati graditi, non di ostacolo ai loro loschi disegni; dall'altro l'attacco del ministro pro tempore Salvini a dei magistrati, anzitutto la giudice del Tribunale civile di Firenze Luciana Breggia, presidente della sezione Protezione internazionale, e la presidente di sezione del Tar Toscana Rosaria Trizzino, per aver contribuito, nei rispettivi collegi giudicanti, a respingere le domande avanzate dall'Avvocatura dello Stato. Come avvocati e cittadini desideriamo esprimere la massima solidarietà e fiducia nei confronti delle magistrate e di ogni altro esponente della magistratura che eserciti il proprio ufficio nel rispetto della Costituzione e delle leggi. E rivendichiamo la inviolabilità, anche per i magistrati, della libertà di espressione del pensiero e di associazione e del principio di autonomia e indipendenza della magistratura e la centralità del ruolo del magistrato quale interprete della legge in conformità con la Costituzione della Repubblica, non già mera "voce della legge" come pretendeva un astratto principio rivoluzionario. Deprechiamo infatti l'idea che il magistrato debba essere ossequioso al governo e che ogni decisione difforme dalle volontà di questo sia letto come atto politico e non legittimo esercizio dell'azione giurisdizionale.
Non nascondiamo che i gravi episodi di ingerenza e corruzione, anche se la responsabilità penale fosse alfine esclusa, gettano un'ombra indelebile su alcuni esponenti della politica e della magistratura, ma siamo convinti che indebolire l'indipendenza di questa non farebbe che favorire i disegni di controllo e assoggettamento della prima che proprio oggi si sono svelati. Solo una accorta conferma del principio costituzionale di separazione dei poteri e un efficiente sistema, da un lato, di controlli dell'operato dei funzionari e rappresentanti pubblici e, dall'altro, di trasparenza dei meccanismi di designazione dei magistrati —a partire dalla pubblicità delle sedute— possono garantire alla cittadinanza un corretto funzionamento della Giustizia. Con questi intenti ci impegniamo sin d'ora ad organizzare presto, assieme ad altre associazioni di avvocati, magistrati e cittadini, un'iniziativa sulle forme e le regole che possano garantire il massimo di indipendenza e di trasparenza della magistratura, visti non come privilegi, ma come strumenti di esercizio imparziale della funzione giurisdizionale nell'interesse di tutti.