Unione delle Camere Penali
Ill.mo Sig. Presidente
Le scriviamo nella nostra qualità di di Coordinatori del Coordinamento
Nazionale Giuristi Democratici, nonché, molti di noi, quali iscritti alle
Camere Penali e, per segnalarLe il senso di disagio, di amarezza e di rabbia
che abbiamo provato leggendo la delibera della Giunta dell'Unione delle Camere
Penali in data 12 Settembre 2001.
In primo luogo, ci sembra francamente risibile che, di fronte alla rilevanza
dei temi proposti dalla vicenda della riunione dei G8 di Genova ed alla gravità
dell'accaduto, la U.C.P.I. si limiti a prendere posizione, e che posizione!,
sul problema della deontologia professionale, asseritamente violata a Genova da
parte di quegli avvocati scesi in piazza.
Ci pare che, a prescindere dalla sbandierata trasversalità della U.C.P.I., la
nascita di un movimento che non si dichiara disponibile ad accettare il
sacrificio sull'altare del mercato di una parte dei principi di equità,
giustizia ed uguaglianza, meritasse un'attenzione particolare anche da parte
della Organizzazione che Tu presiedi; il non prestare attenzione alle lamentate
violazioni dei diritti finisce con il dimostrare per fatti concludenti che il
garantismo che da sempre la U.C.P.I. ha professato sia un garantismo a senso
unico, selettivo, pronto ad innalzare alti lai quando sia oggetto di violazioni
di diritti il cittadino "per bene", ma sordo alle violazioni dei diritti degli
"altri", siano essi extracomunitari, contestatori del sistema o presunti autori
di fatti di criminalità comune o terroristica.
Un consistente gruppo di avvocati, non necessariamente penalisti, ma molti dei
quali iscritti alle Camere Penali, condividendo il giudizio che ho sopra
espresso, hanno deciso di aderire a quella manifestazione, chi a titolo
personale, chi anche a livello associativo, con la finalità, da un lato di
portare il proprio contributo all'idea che sia possibile anche un mondo nuovo,
diverso da quello in cui viviamo e dall'altro, di contribuire a far sì che la
manifestazione mantenesse i suoi requisiti annunciati, di manifestazione
pacifica.
Quanto emergeva dai provvedimenti governativi e dalle dichiarazioni di
esponenti della maggioranza parlamentare lasciava presagire che potessero
esservi dei problemi nel libero estrinsecarsi del diritto di manifestazione e
di pensiero: anche l'atteggiamento della Magistratura a Genova destava delle
preoccupazioni, con la decisione di tenere le eventuali udienze di convalida
fuori di Genova, di liberare i carceri di Alessandria e di Pavia per accogliere
i possibili arrestati, di richiedere al C.S.M. di effettuare applicazioni
extradistrettuali di GIP per le udienze di convalida, ecc.: in questo contesto,
numerosi avvocati hanno ritenuto loro dovere imprescindibile, sia come
cittadini, che come fieri portatori e custodi delle regole di legalità e di
democrazia, portare il loro contributo perché durante la manifestazione venisse
assicurato il libero svolgimento di quei principi di libertà che ho sopra
indicato e venissero, nei limiti del possibile, evitati abusi e violenze da
entrambe le parti.
Da queste esigenze è nata la partecipazione alla manifestazione degli avvocati
con un segno distintivo rappresentato dalla pettorina gialla con la scritta
"Avvocato-Lawyer", che ha voluto essere proprio un segnale di novità,
attestante l'attenzione che anche gli avvocati mostravano nei confronti di
violazioni di diritti in senso molto più ampio, a livello mondiale.
Oltre a questo tipo di partecipazione, poi, vi era l'attività tipica della
nostra professione, che avrebbe potuto e dovuto esplicarsi solo qualora si
fossero verificati incidenti; in relazione all'attività difensiva, Ti facciamo
presente che è dovere di ogni avvocato prestare, se richiesto, la propria
opera, salva la non accettazione del mandato conferitogli.
Ti informiamo che, proprio perché fosse chiaro a tutti il nostro comportamento,
avevamo, come Coordinamento Giuristi Democratici, emesso un comunicato-stampa
in cui spiegavamo i nostri intenti ed i limiti della nostra presenza, chiarendo
che il nostro appoggio andava ad una "libera e pacifica manifestazione" del
dissenso, generalizzato, sul tema della globalizzazione.
E se la disattenzione nei confronti di quanto si stava preparando a Genova era
già grave prima, lo è diventato ancor di più dopo che si sono verificati gli
avvenimenti che tutti ben conoscono.
Dobbiamo dire che la presenza degli avvocati è stata valutata positivamente dai
partecipanti alla manifestazione, nessuno dei quali l'ha considerata come un
preventivo appoggio per meglio delinquere!
Purtroppo, in questa attività svolta, abbiamo assistito ad una serie di episodi
francamente sconvolgenti, non solo nei confronti dei manifestanti, ma anche
proprio nei confronti degli "avvocati con pettorina", che sono stati, in molti
casi, colpiti, insultati e dileggiati da alcuni esponenti delle Forze
dell'Ordine: su questi fatti, che Ti sono stati immediatamente segnalati, dopo
un primo momento di interesse concretizzatosi in una Tua dichiarazione, è
calato il silenzio, se non addirittura una presa di distanza della Giunta, sino
a giungere ora al comunicato del 12 Settembre: solo le Camere Penali di Roma e
di Bologna, per quanto a nostra conoscenza, hanno fatto sentire la loro voce
per condannare le violazioni del diritto di difesa e gli atti di gratuita
violenza sugli arrestati.
Ora, al silenzio, alla presa di distanza, si aggiunge un vero e proprio attacco
a quella iniziativa da parte della Giunta, in nome di una presunta difesa dei
principi della deontologia professionale, attraverso argomenti che tendono a
sviare dal reale tema della discussione, utilizzando argomentazioni infondate,
quali l'aver dato, gli avvocati (anzi, scusami, i penalisti) la propria
disponibilità alla difesa gratuita e ricorrendo, addirittura, ad una vera e
propria chiamata in reità dei propri assistiti, laddove si ipotizza "una
corresponsabilità penale (concorso morale?) nei fatti successivamente
accaduti": si era mai vista un'associazione che andasse a ricercare (infondate)
ipotesi delittuose per fare incriminare i propri iscritti?
E come può permettersi la Giunta di affermare che i difensori presenti a Genova
userebbero la difesa dei singoli per sostenere una posizione politica?
E le violazioni del diritto di difesa verificatesi in quei giorni, quali la
sospensione generalizzata dei colloqui tra arrestato e difensore sino
all'arrivo del primo presso la casa circondariale cui era destinato, e ciò per
"evitare preordinate e comuni tesi difensive di comodo circa le iniziative e
movimenti dei manifestanti e delle forze dell'ordine" non rappresentano fatti
così gravi da richiedere una puntuale presa di posizione dell'Unione?
Il pericolo di disgregazione dell'Unione non sta certo nel comportamento di chi
si muove per la tutela dei diritti dei cittadini, chiunque essi siano, ma
nell'azione, apparentemente svolta in favore di tutti, ma nella sostanza
apertamente sviluppata in favore degli interessi dei poteri forti dello Stato:
con tanti saluti alla trasversalità ed alla equidistanza proclamata dall'Unione!
Il problema della possibile situazione di contrasto tra ruolo di difensore e
appartenenza a partiti o movimenti politici ha costituito oggetto da sempre di
appassionati dibattiti, ma la chiave di risoluzione della possibile antinomia
non si può che ritrovare nel rispetto degli interessi del proprio cliente,
senza che interessi o passioni possano portare a sacrificare i primi in nome
dei secondi; l'onestà intellettuale deve portare, in caso di conflitto
insanabile, ad abbandonare la difesa, se si ritengono prevalenti quegli
interessi o quelle passioni; si tratta di un problema che ci siamo sempre
posti, anche in epoche non sospette, ne abbiamo sempre fatto oggetto di
dibattito al nostro interno, ben prima che la Giunta lo rilevasse e
continueremo a discuterne.
Se, però, la linea tracciata dalla Giunta è quella indicata nella delibera del
12/9/01, non resterà all'Unione che chiedere l'espulsione di quanti si siano
macchiati di così gravi comportamenti!
Ti invitiamo, pertanto, a voler riconsiderare all'interno della Giunta la
questione, in maniera che sia consentita una correzione di rotta, che non renda
inevitabili rotture all'interno dell'associazione.
Torino, 28 Settembre 2001
Coordinamento Nazionale Giuristi Democratici:
i Coordinatori
Avv. Angelo Cutolo, Camera Penale di Napoli
Avv. Desi Bruno, Camera Penale di Bologna
Avv. Roberto Lamacchia, Camera Penale del Piemonte
Avv. Mario Angelelli, Camera Penale di Roma
Avv. Tecla Faranda, Milano
Avv. Dario Rossi, Genova
Dott. Fabio Marcelli, Roma
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