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I minorenni palestinesi detenuti in Israele
Redazione 28 febbraio 2003 19:40
Dario Rossi fa il punto sulla situazione che riguarda i "bambini" palestinesi detenuti in Israele e segnala le convenzioni internazionali che vengono violate. Relazione del febbraio 2003

Definizione di Bambino

La convenzione ONU sui diritti dei bambini stabilisce all'art. 1 che sono "bambini" tutti quelli che hanno meno di 18 anni.
Israele nel 1991 ha ratificato questa convenzione, che è entrata in vigore nel 1990. Si tratta del trattato più ratificato della storia (solo USA ed Etiopia non lo hanno ratificato).
Israele ha tuttavia abbandonato la definizione di "bambino" data da tale convenzione.
Nel 1999 è stata infatti reintrodotta l'ordinanza militare n. 132 (del 1967), durante il governo Barak, la quale, oltre a consentire l'arresto di bambini .Palestinesi di età compresa tra i 12 ed i 14 anni, stabilisce che un palestinese diventa adulto a tutti gli effetti a soli 16 anni.
Si tratta di una normativa razzista, in quanto gli israeliani diventano adulti a 18 anni
Tra l'altro l'età viene attribuita al condannato non in base al momento in cui è commesso il crimine, ma in base al momento in cui è pronunciata la sentenza. Spesso dunque i minori trascorrono un lungo periodo di detenzione, cosìcchè si ritrovano 16 enni al processo.
Gli arrestati sono giudicati sempre da Tribunali Militari; i quali operano senza rispettare i diritti minimi stabiliti dalla IV Convenzione Di Ginevra e dalla Convenzione ONU sui Diritti del Bambino.
Non ci sono norme speciali per i minori,
non ci sono tribunali speciali,
non ci sono agenti speciali di polizia per gli interrogatori e per la detenzione.
La distinzione tra ragazzi e adulti riguarda solo le sentenze. Le norme procedurali non fanno alcuna distinzione tra il trattamento e i diritti dei ragazzi sia nei tribunali, sia nella detenzione, sia durante gli interrogatori.

Politica israeliana successiva all'inizio della nuova intifada.

Il 29 Settembre del 2000 è iniziata la nuova Intifada. Già alla fine dell'anno 2000, erano morti oltre 380 palestinesi, di cui il 35% (100) erano bambini. Di essi, 35 al momento della morte non stavano partecipando ad alcuna manifestazione o forma di scontro.
L'esercito israeliano per reprimere le manifestazioni usa armi da guerra, che possono essere usate nei conflitti militari, e non le armi che sarebbero sufficienti a controllare le manifestazioni, nell'ambito di operazioni di polizia.
Al Gennaio 2001, più di 250 bambini palestinesi era detenuta in carceri israeliane.
L'introduzione dell'ord. Militare n. 132 ha comportato che attualmente sono detenuti nelle carceri molti bambini con età compresa tra 12 e14 anni.
Nel gennaio 2002 i bambini detenuti erano circa 160
Alla fine del 2002 sono diventati 300.
Negli ultimi due anni sono stati eseguiti circa 2000 arresti di bambini
La politica israeliana nei confronti dei bambini si è subito caratterizzata per l'uso eccessivo della forza. Le tattiche più rigide vengono utilizzate durante la detenzione e la pratica della tortura nei confronti dei minori.
Nei confronti dei minori vengono sistematicamente violate
a) la Convenzione Diritti del Bambino,
b) la Convenzione contro la Tortura delle Nazioni Unite,
c) la Quarta Convenzione di Ginevra sulla tutela della popolazione civile in tempo di guerra.
Le violazioni si concretizzano nei seguenti comportamenti:
tortura, fisica e psicologica;
arresti e la detenzione arbitrari (art. 37 Con. Dir. B.);
detenzione senza processo (art. 37 C.D.B.);
detenzione insieme a prigionieri criminali (art 37 conv. Dir. Bamb.)
detenzione al di fuori dei territori occupati palestinesi (art. 49 IV Conv. di Ginevra).

Israele non consente l'ingresso di palestinesi durante l'Intifada. Ciò comporta che i palestinesi che sono portati in centri di detenzione in Israele, non possono nominare un avvocato di loro scelta e che il loro difensore sia un avvocato d'ufficio israeliano.

I bambini vengono arrestati o in occasione del lancio di pietre (basta il solo sospetto), o ai posti di blocco, oppure vengono prelevati direttamente da casa. In quest'ultimo caso gli arresti avvengono soprattutto di notte, vengono portati via da casa, terrorizzando la famiglia. I polsi vengono legati con un laccio di plastica e gli viene messa una benda sugli occhi. Non gli consentono neppure di cambiarsi i vestiti. Vengono portati fuori in pigiama d'inverno, senza che alle famiglie sia comunicato dove vengono portati.

Il Governo Israeliano sembra avere premeditatamente iniziato una campagna di arresti collettivi di bambini.
Nel paese di Usan, vicino a Betlemme, sono stati arrestati quasi 80 bambini, tanto che si dice che non c'era più neanche un bambino che viva lì.
Ciò in aperta violazione dell'art. 33 IV Convenzione di Ginevra che stabilisce che ogni punizione deve essere inflitta per una responsabilità personale e vieta espressamente le punizioni collettive.

Interrogatori - trasferimenti - detenzione

I minori, prima di essere portati nei luoghi di detenzione, vengono trasferiti in una scuola o in un edificio pubblico. Il trasferimento al carcere dura molto tempo, e durante questo periodo non possono usare servizi igienici e mangiare. Trovati spesso con i vestiti umidi dovute al fatto che non gli è stato consentito di andare in bagno.
Gli interrogatori possono essere eseguiti dalla Polizia, dai Servizi Segreti e dai Militari, che gestiscono direttamente molti dei centri ove avvengono gli interrogatori. Gli interrogatori più brutali sono eseguiti dai militari e dai servizi segreti insieme.
Nella maggior parte dei casi sono interrogati dalla polizia con la supervisione dei servizi segreti. L'interrogatorio è diretto ad estorcere confessioni ai miniori per crimini inesistenti, con violenze, insulti e torture.
La tortura è il problema più grave relativo ai detenuti minorenni. I sistemi utilizzati sono:
a) pestaggi, che avvengono con calcio di fucile e con gli stivali.
b) privazione del sonno,
c) isolamento,
d) il maltrattamento fisico e verbale
e) mani legate
f) occhi bendati
g) tortura della posizione. Vengono ad esempio messi sulla punta delle dita, con i polsi e le caviglie incatenati. Vengono messi in delle tinozze di Ghiaccio e costretti a ingoiare dei cubetti di ghiaccio, vengono bruciati con sigarette.
Le accuse consistono in più del 90% nell'avere lanciato delle di pietre.
I bambini sono costretti a confessare il numero esatto delle pietre che lanciano; confessano a volte anche il nome di decine di altri bambini che hanno lanciato pietre con loro.

ESEMPI

L'Istituto MANDELA, ha seguito alcuni casi relativi ad arresti di minori effettuati nell'Aprile e Maggio 2002 (arresti eseguiti ad Aprile ad Houssan, vicino a Betlemme, e il secondo a Maggio nelVillaggio di Kharbatha al Misbah vicino a Ramallah, dove sono stati arrestati 10 bambini). Gli arrestati hanno rilasciato tre confessioni nelle quali si è dichiarato di avere lanciato rispettivamente 100, 200, e 300 pietre. Sono stati obbligati a fare queste confessioni ed il numero di peitre è diverso a seconda delle pressioni esercitate.
Un ragazzo (secondo la testimonianza del fratello Nai'em Salah, minore di Kharbath al Misbag= vieta le punizi) dice di essere stato arrestato alle 2,30 di notte e portato in una stanza ed interrogato da poliziotti in abiti civili, per due ore. Un militare lo ha accusato di avere lanciato 300 pietre. Se lui negava veniva colpito al viso. Alla fine ha redatto una confessione in lingua aramaica e gliela ha fatta firmare con il dito pollice intriso di inchiostro.
Un altro minore (Ubay Mohammad 'Odeh, minore dei territori occupati di Gerusalemme) è stato arrestato mentre andava a scuola con taxi, è stato fermato per un controllo di documenti. I soldati gli hanno detto che la carta di identità non andava bene, e lo hanno portato via coprendogli la testa con un cappuccio, in un campo di detenzione. É stato spogliato nudo e messo in isolamento, dopo essere stato interrogato, nella sezione degli adulti. È rimasto così per 22 gg. in una cella umida e piena di topi. Durante i trasferimenti per gli interrogatori ha subito continue aggressioni da parte dei militari che lo accusavano di avere picchiato un giudice.
Abdul-Salam Abu Al-Hayjah (16 anni del campo profughi di Jenin, è detenuto dal 12 di Aprile ed è stato esposto a gravi torture, per costringerlo a dire dove è nascosto suo padre. Nel suo interrogatorio hanno minacciato di uccidere il padre e di deportare la sua famiglia. Abdul è ancora isolamento (notizia del 21/6/02) ed è stata anche impedita la visita del Comitato internazionale della Croce Rossa. É obbligato a stare per lunghi periodi in piedi, senza vestiti. Gli è impedito di fare una doccia, e chi lo interroga lo minaccia che non rivedrà più la luce del sole finchè non avrà dato tutte le informazioni che gli sono richieste.
Altri minori hanno denunciato una guardia che aveva tentato in più occasioni di violentare qualcuno di loro. La guardia è stata arrestata e condannata a tre anni di prigione. I minori, sono stati brutalmente percossi mentre venivano portati dalla prigione al Tribunale, e si trovavano nelle mani delle guardie.
Detenzione
Nei primi mesi di detenzione non è consentito alcun contatto con i familiari, ed in alcuni casi con gli avvocati (violazione dell'art. 37 Conv. Diritti del Bambino).
Altra gravissima violazione dei diritti dei bambini è la loro collocazione nelle celle con prigionieri criminali. Ciò comporta la violazione delle Norme Standard Minime peril Trattamento dei Prigionieri delle Nazioni Unite, adottate con la risoluzione 663 (XXIV) del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite del 31/7/1957, oltre che dell'art. .37 della Convenzione Diritti del Bambino..

CAMPO DI TELMOND (si trova in Israele)
I minori presenti hanno una età compresa tra i 14-17 anni. Sono accusati al 95 % di lancio di pietre.
Il 24 Genaio 2002 le guardie carcerarie hanno fatto un raid nelle celle aggredendo i detenuti e lanciandogli spry lacrimogeno negli occhi.
Il 31 Gennaio hanno fatto un altro raid, hanno ancora picchiato i detenuti e ne hanno messo in isolamento cinque.
Questo è successo a seguito di proteste dei detenuti seguite alla decisione dell'amministrazione del carcere di chiudere uno dei due principali settori del carcere, per trasferire i minori ivi detenuti nell'altro settore con condizioni nettamente peggiori.
I minori in questo carcere vivono nelle seguenti condizioni:
a) stanze da due persone tanto piccole da non potersi muovere
b) vengono perquisiti prima e dopo l'ora d'aria.
c) Vengono ammanettati prima di lasciare la stanza.
d) Le finestre sono coperte con lastre d'acciaio cosicchè entra l'aria, ma non si riesce a guardare fuori.
e) Gli è stato sequestrato il materiale per cucinare, la tv e la radio.
f) Talvolta l'ora d'aria viene ridotta se non del tutto preclusa.
g) Sono stati costretti a fare una colletta per riparare i danni arrecati alla struttura durante la protesta.
h) Gli è precluso di andare in ospedale a farsi curare. Vengono visitati dai medici dietro una grata, senza nessun contatto fisico tra medico e paziente.
i) Ogni venerdì uno dei minori viene incaricato di preparare il discorso per la preghiera. Se il discorso non piace al capo del carcere, viene messo in isolamento.

Nel campo di Telmond circa 20 bambini sono stati rinchiusi in una unità dove vengono detenuti criminali devianti e accusati di pericolosi crimini. Questi bambini sono stati sottoposti a violenze giornaliere, gli sono stati rubati i vestiti e le altre cose di loro proprietà. Sono stati bruciati con acqua bollente sulla faccia, sono stati feriti con coltelli e hanno subito abusi sessuali.
Due minori di 15 anni (Maher Rateb Abu Snaineh, di 15 anni da Hebron, e Amjad Moh' d Z'ool da Husan) sono stati tagliati con una lama di rasoio.
I bambini palestinesi accusano i criminali di promuovere anche con la forza l'uso di droghe su di loro.
Accusano anche l'amministratore della prigione che porta dei collaboratori tra di loro, infiltrati, per tentare di ottenere confessioni scritte sui compagni di prigionia
.
MEGIDDO.
In questo carcere vi sono minori di età compresa tra i 16 /17 anni.
È una prigione militare. Tutti i prigionieri sono tenuti in affollatissime tende, gelide d'inverno e caldissime d'estate. Sono trattati come tutti gli altri prigionieri comuni, senza alcun particolare trattamento per il fatto che sono minori, in spregio alla C. D. B. ma in conformità alle ordinanze militari israeliane.

ALTRI CENTRI DI DETENZIONE
Nei territori vi sono diversi altri centri di detenzione. In uno di essi nell'area di Hebron (ad Addoraim) sono tenuti 14 detenuti di cui 3 bambini nella stessa stanza. Il cibo che viene dato è talmente cattivo che sono costretti a rifiutarlo. Viene dato anche in quantità minime. I bambini vengono tenuti in questi centri a volte anche un mese prima di essere trasferiti nelle prigioni standard.

Principali norme violate
Convenzione diritti del Bambino:
art. 37
Gli Stati parti vigilano affinchè:
a) nessun fanciullo sia sottoposto a tortura o a pene o
trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Nè la pena capitale nè
l'imprigionamento a vita senza possibilità di rilascio devono essere
decretati per reati commessi da persone di età inferiore a diciotto
anni;
b) nessun fanciullo sia privato di libertà in maniera illegale o
arbitraria. L'arresto, la detenzione o l'imprigionamento di un
fanciullo devono essere effettuati in conformità con la legge,
costituire un provvedimento di ultima risorsa ed avere la durata più
breve possibile;
c) ogni fanciullo privato di libertà sia trattato con umanità e
con il rispetto dovuto alla dignità della persona umana ed in maniera
da tener conto delle esigenze delle persone della sua età. In
particolare, ogni fanciullo privato di libertà sarà separato dagli
adulti, a meno che si ritenga preferibile di non farlo nell'interesse
preminente del fanciullo, ed egli avrà diritto di rimanere in
contatto con la sua famiglia per mezzo di corrispondenza e di visite,
tranne che in circostanze eccezionali;
d) i fanciulli privati di libertà abbiano diritto ad avere
rapidamente accesso ad un'assistenza giuridica o ad ogni altra
assistenza adeguata, nonchè il diritto di contestare la legalità
della loro privazione di libertà dinnanzi un Tribunale o altra
autorità competente, indipendente ed imparziale, ed una decisione
sollecita sia adottata in materia.

IV Convenzione di Ginevra
Art. 33
Nessuna persona protetta può essere punita per un'infrazione che non ha commesso personalmente. Le pene collettive, come pure qualsiasi misura d'intimidazione o di terrorismo, sono vietate. È proibito il saccheggio. Sono proibite le misure di rappresaglia nei confronti delle persone protette e dei loro beni
Art. 49
I trasferimenti forzati, in massa o individuali, come pure le deportazioni di persone protette, fuori del territorio occupato e a destinazione del territorio della Potenza occupante o di quello di qualsiasi altro Stato, occupato o no, sono vietati, qualunque ne sia il motivo.
omissis
La Potenza occupante non potrà procedere alla deportazione o al trasferimento di una parte della sua propria popolazione civile nel territorio da essa occupato.

Un sito per i minorenni palestinesi detenuti in Israele
Per saperne di più e per verificare dati sempre aggiornati, visita il sito
www.dci-pal.org/english/home.cfm