MANAGE
CERCA
Altro in Internazionali
33 organizzazioni di giuristi di tutto il mondo, tra cui i G.D., chiedono un intervento urgente per la liberazione di Nasrin Sotoudeh
La prima lettera di Raji Sourani, difensore dei diritti umani a Gaza, dopo il bombardamento che ne ha distrutto l'abitazione
Donna - Vita - Libertà. Un anno di lotte in Iran. Convegno a Padova il 21 settembre
I diritti umani nei Territori palestinesi occupati: intervista a Francesca Albanese, Relatrice speciale ONU
INTERNATIONAL FAIR TRIAL DAY 2023- CITTA' DEL MESSICO- premio EBRU TIMTIK
Spariti due difensori dei diritti umani nelle Filippine: appello alle autorità diplomatiche dei Giuristi Democratici
24 gennaio 2023 - Giornata internazionale dell'avvocato minacciato: focus Afghanistan. Intervista a B. Schiavulli
24 gennaio 2023 - Giornata internazionale dell'avvocato minacciato: focus Afganistan. Intervista a P. Bussi
Firenze, mar. 24.1.'23, ore 15: LA DIFESA DEI DIRITTI UMANI IN PALESTINA
I Diritti Umani attendono. Anche in Palestina
Turchia, basta violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani, il governo italiano condanni i bombardamenti
"Il mondo ci guarda" - Dichiarazione della delegazione di osservatori internazionali al processo in Turchia agli avvocati ÇHD e HHB
Gravi e ingiustificati gli attacchi alla relatrice speciale ONU sui Territori palestinesi occupati: si dimetta il presidente della Commissione affari esteri della Camera, on. Fassino
#FreeJulianAssangeNOW
Turchia: libertà per gli imputati del processo Gezi!
 10 pagine  (145 risultati)
Delegazione internazionale di pace a İmrali: Accrescere la pressione internazionale per il rilascio del leader curdo Abdullah Öcalan
Redazione 23 febbraio 2022 19:52
Comunicato della Delegazione internazionale di pace a İmrali, a cui i Giuristi Democratici prendono parte tramite l'Associazione europea degli avvocati per la democrazia e i diritti umani nel mondo (ELDH)

DELEGAZIONE INTERNAZIONALE DI PACE A İMRALI
________________________________________________________________________
COMUNICATO STAMPA – RICHIESTA DI LIBERAZIONE IMMEDIATA
_________________________________________________________________________

ACCRESCERE LA PRESSIONE INTERNAZIONALE PER IL RILASCIO DEL LEADER CURDO ABDULLAH ÖCALAN

Il 15 febbraio 2022 cade il ventitreesimo anniversario del rapimento e dell’inizio della detenzione del leader politico curdo Abdullah Öcalan.
Ogni anno, da quando Abdullah Öcalan è stato incarcerato, una delegazione di pace ha visitato la Turchia chiedendo di poterlo incontrare nell’isola-prigione di İmralı. Quest’anno, la più partecipata delegazione di pace internazionale fino a oggi, organizzata da International initiative, Freedom for Abdullah Öcalan, Peace in Kurdistan, dai sindacati britannici e da Peace in Kurdistan, ha da poco completato i due giorni di lavoro virtuale della delegazione in Turchia, di valutazione dei 23 anni di detenzione aggravata in isolamento di Öcalan, leader riconosciuto del popolo curdo.
La delegazione ha incontrato rappresentanti politici, organizzazioni per i diritti umani, organizzazioni di donne, associazioni di detenuti e delle loro famiglie, e avvocati, tra cui quelli dello studio legale Asrin, che difendono Abdullah Öcalan, ed a cui è stato negato il contatto con il loro assistito in violazione del diritto internazionale.
La delegazione ha potuto riscontrare che:
1) il regime di isolamento praticato nell’isola di İmralı, dove Abdullah Öcalan è stato tenuto prigioniero per 23 anni in violazione del diritto internazionale e delle convenzioni sui diritti umani, è stati ora esteso a tutto il sistema carcerario della Turchia. Si stanno costruendo carceri di isolamento di tipo F, e tra le mura delle carceri già esistenti l’isolamento dei prigionieri politici sta diventando una pratica comune, così come l’imposizione di severe sanzioni disciplinari;
2) in queste condizioni i prigionieri politici vengono maltrattati e torturati, gli anziani e le persone con gravi malattie privati delle cure mediche;
3) gli stupri e le molestie sessuali commesse dai c.d. guardiani del villaggio e dal personale militare o carcerario costituiscono la normalità in un sistema che garantisce impunità ai colpevoli;
4) in Turchia la libertà di parola è inesistente, e migliaia di persone sono costantemente perseguitate, arrestate, tenute in custodia cautelare per lunghi periodi e poi condannate a
pesanti pene detentive per motivi meramente politici. Coloro che non accettano di pentirsi dei loro “misfatti” o di mostrarsi “docili” vengono sottoposti a punizioni aggravate.
5) il diritto di difesa di Abdullah Öcalan continua ad essere violato. I suoi avvocati hanno confermato che non sono state consentite comunicazioni con lui dal 25 marzo 2021.
L’isolamento di Abdullah Öcalan è stato inasprito dalle autorità turche in seguito al rapporto della Commissione contro la tortura del Consiglio d’Europa (CPT) dell’agosto 2020, nel quale si sottolineava che la “il regime di isolamento” praticata sull’isola di İmralı è “inaccettabile” e che raccomandava alle autorità turche di prendere misure per migliorare questa situazione “senza ulteriori indugi”. Il governo turco ha reagito vietando a Öcalan nuove visite da parte della famiglia e degli avvocati e vietando altresì ogni comunicazione telefonica, peggiorando così ulteriormente le sue condizioni di isolamento.
Chiediamo che il CPT monitori l’attuazione delle raccomandazioni formulate alle autorità turche nel suo rapporto per il rispetto del diritto internazionale, e che domandi loro di poter incontrare personalmente Öcalan e i suoi avvocati.
I membri della delegazione sono estremamente preoccupati per il mancato rispetto da parte delle autorità turche delle raccomandazioni degli organismi internazionali per i diritti umani, e ancora di più per il silenzio degli stessi organismi internazionali, in particolare per il fatto che la delegazione del CPT in visita in Turchia nel 2021 non si sia recata ad İmralı né abbia fornito alcuna informazione sullo stato di salute di Öcalan.
Dopo tutti questi anni, nonostante le torture subite, quello di Öcalan rimane un messaggio di conciliazione con il quale si insiste sulla necessità di riavviare un percorso di pace e democratico. Riteniamo che la sua presenza al tavolo dei negoziati sia un fattore essenziale per la pace nella regione.

Ci appelliamo a tutte le istituzioni che nel mondo sono responsabili per l’attuazione delle convenzioni internazionali sui diritti umani e per il mantenimento dello stato di diritto affinché facciano sentire la loro voce per chiedere che l’isolamento di Abdullah Öcalan abbia fine senza ulteriori indugi.

È giunto il momento che il mondo si assuma le sue responsabilità.

Andrea Kocsondi, membro dell’esecutivo della Federazione Generale dei Sindacati (GFTU), Regno Unito.
Barbara Spinelli, co-presidente dell’Associazione europea degli avvocati per la democrazia e i diritti umani nel mondo.
Christine Blower, ex segretaria generale dell’Unione Nazionale degli Insegnanti, Gran Bretagna.
Clare Baker, responsabile internazionale del sindacato britannico Unite.
Claire Jones, segretaria generale della Società degli impiegati sindacali (SUE), Regno Unito.
Dimitri Roussopoulos, editore e redattore, scrittore, ecologista e organizzatore di comunità.
Doug Nicholls, leader della Federazione Generale dei Sindacati, Regno Unito.
Federico Venturini, ricercatore associato all’Università di Udine (Italia).
Kariane Westrheim, professoressa di scienze dell’educazione all’Università di Bergen, presidente dell’EUTCC, Norvegia.
Laura Quagliuolo, editor e scrittrice italiana.
Mahmoud Patel, accademico, studioso di diritto e attivista dei diritti umani, Sudafrica.
Margaret Owen OBE, Avvocata, Regno Unito.
Melanie Gingell, avvocata e docente di diritto internazionale dei diritti umani.
Radha D’Souza, Professoressa di diritto, avvocata e scrittrice, docente di diritto all’Università di Westminster, Regno Unito.
Şerife Ceren Uysal, co-segretaria generale dell’Associazione europea degli avvocati per la democrazia e i diritti umani nel mondo.
Shavanah Taj, segretaria generale del TUC, Galles.
Thomas Jeffrey Miley, studioso di sociologia all’Università di Cambridge.
Ögmundur Jónasson, ex ministro della giustizia islandese.